11 gennaio 2012

ATTIMO

Vorrei che fosse ieri. 
O domani, d'un altro sogno.
Su antichi bastioni
colorati da una luce che muore,
imbrattati d'ombra di lecci
restano labbra bugiarde, 
un dito che si fonde con l'anca,
il sangue folle.
Poi apnea.
Incosciente indifferenza.

9 commenti:

  1. Anonimo12.1.12

    Ehi amica mia a Pavese e alle poesie del disamore abbiamo già dato :-)

    Sogno
    Ride ancora il tuo corpo all'acuta carezza
    della mano o dell'aria, e ritrova nell'aria
    qualche volta altri corpi? Ne ritornano tanti
    da un tremore dei sangue, da un nulla. Anche il corpo
    che si stese al tuo fianco, ti ricerca in quel nulla.

    Era un gioco leggero pensare che un giorno
    la carezza dell'aria sarebbe riemersa
    improvviso ricordo nel nulla. Il tuo corpo
    si sarebbe svegliato un mattino, amoroso
    del suo stesso tepore, sotto l'alba deserta.
    Un acuto ricordo ti avrebbe percorsa
    e un acuto sorriso. Quell'alba non torna?

    Si sarebbe premuta al tuo corpo nell'aria
    quella fresca carezza, nell'intimo sangue,
    e tu avresti saputo che il tiepido istante
    rispondeva nell'alba a un tremore diverso,
    un tremore dal nulla. L'avresti saputo
    come un giorno lontano sapevi che un corpo
    era steso al tuo fianco.
    Dormivi leggera
    sotto un'aria ridente di labili corpi,
    amorosa di un nulla. E l'acuto sorriso
    ti percorse sbarrandoti gli occhi stupiti.
    Non è piú ritornata, dal nulla, quell'alba?

    abbracciamoci e baciamocidipiù
    maurizio

    RispondiElimina
  2. Anonimo13.1.12

    Io amo gli uomini e le donne accese, che insieme stanno uscendo dagli schemi, che sanno fare a pezzi porte chiuse, soltanto per trovarsi più vicini.
    ... E non siamo più capaci di sorrisi.

    Intanto viaggeremo senza scampo, puntando solo a ciò che non finisce, e gireremo in lungo e in largo il Tempo, in cerca dell'abbraccio che ci unisce.

    E' questo che inseguiamo dall'Inizio
    (L'umana nostalgia Claudio Rocchi)
    maurizio

    RispondiElimina
  3. tu, invece, un sorriso me lo strappi sempre, amico mio.
    grazie per regalarmi la tua attenzione, ogni volta.

    RispondiElimina
  4. Anonimo16.1.12

    oltre ad gustare del buon vino, sai anche farmi gustare delle buone poesie complimenti Osvaldo

    RispondiElimina
  5. non ricordo in quale occasione posso averti suggerito un buon vino ma ti ringrazio davvero del complimento.

    RispondiElimina
  6. amo i robivecchi, come te, le parole, come sai, i sentimenti e gli attimi. mi piace come scrivi.

    RispondiElimina
  7. grazie, silvia. grazie per le tue parole. a presto.

    RispondiElimina
  8. Anonimo20.3.12

    Non so come sia arrivato qua ma mi è venuta una gran nostalgia di Gozzano, la voglia di riscoprire quanto di vecchio e buono c'è dentro le cose. Mi è venuto in mente il cortile della nonna, con in fondo lo scalone enorme che portava alla casa vecchia; sopra il portone di legno una targa arrugginita "Il Mondo, Assicurazioni contro l'Incendio". Era una scala di pietra e in cima dava accesso a due locali: a sinistra un cucinotto piccolissimo con un mobile di legno scuro dove conservavi il pane che veniva sfornato a sinistra, dove c'era il locale del forno. Non l'ho mai visto funzionare, il forno, ma là in fondo, dove cominciava la scala di pietra, c'era il mio angolo lettura estivo, dove passavo praticamente buona parte del pomeriggio... questa è òa traccia del mio passaggio, quello che mi è uscito dopo aver letto le poesie poco sopra. @ermannomartelli

    RispondiElimina
  9. grazie, Ermanno. l'idea di ridar voce a vecchi ricordi è piena di bellezza. è ciò che amo io.
    spero tu voglia tornare a trovarmi.

    RispondiElimina