1 aprile 2012

IN UNA PIAZZA

Col vento morbido che fonde i nostri odori e
nascosti dall'ombra di maestosa facciata
vorrei avvertire su di me i passi della la sera. 


Saturando la realtà
con vino e occhi.


Ad inseguire i nostri racconti troppo veloci,
a pregare il Tempo di infilarsi in quelle geometrie di mattoni.
E di perdersi.
O a sperare che inciampi nei nodi che stringeranno le nostre corde.


Tenderemo desideri da capi lontani per farlo cadere.
E finire,
dentro di noi.





4 commenti:

  1. Anonimo4.4.12

    Quando il giorno finisce
    se abbiamo vissuto..
    riusciamo a vedere con occhi nuovi
    chi abbiamo conosciuto
    e quello che siamo stati
    preparandoci a nuove verità

    Ciao :-)
    maurizio

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  2. Grazie, prezioso amico. i tuoi commenti nobilitano il mio lavoro. offrono un'altra chiave di lettura. sempre molto calzante.
    grazie.

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  3. Il Tempo è un carroarmato sulle passioni, le cose da fare sono tante, e artiglieria nemica contro la volontà. Però altrove da qui alcuni di questi pensieri soffiano troppo veloci, fluidi, senza la consistenza che meritano. Non si può vivere di solo vento, anche se d'estate è piacevole, c'è bisogno di un tetto, di mura, una coperta, delle braccia amate. Così le tue parole. Non lasciarle troppo al vento, portale in casa, portale qui. O fai come vuoi, come puoi. Ma non smettere, ti prego.

    G

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  4. Le parole volano. Hanno bisogno di farlo. Solo quelle più forti, riposano qui.
    Grazie, G.
    E mi piacerebbe sapere se in qualche luogo o momento, ci siamo scambiati parole, io e te.
    C.

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